
Piero Leddi
La ricerca è cominciata nel 1985. Nel 1987 ho esposto il quadro Il giuramento della pallacorda alla Biennale nazionale d’arte Città di Milano, vincendo il 1° premio.
L’anno successivo ho tenuto una mostra nella sede della Banca Popolare di Milano a Roma, con presentazione di Anna Finocchi […]. Sempre nel 1988 ho presentato alla Shop Art di Milano una cartella di incisioni, Donne della Rivoluzione francese.
Il lavoro intorno a questi temi si è concluso con una personale al Castello Sforzesco, Omaggio alla Rivoluzione francese, promossa dal Comune di Milano per il bicentenario dell’89.
All’inizio era stato solo un innamoramento per l’architettura neoclassica, il periodo storico.
Ho visitato il museo Carnavalet di Parigi, studiato i quadri di David, Fuseli, Giani, i progetti architettonici di Boullée e Ledoux, ma anche i luoghi, le architettura milanesi e lombarde della Cisalpina, la letteratura illuministica, le stampe del Foro Bonaparte dell’Antolini, il progetto del Cagnola, l’Arena del Canonica. Ma soprattutto l’incanto dell’Encyclopédie: le luci argentate che entrano dalle finestre dei laboratori, la forma degli utensili per tutte le lavorazioni, la gioiosità dei nastrini, e ancora le stoffe, i Tableaux Historiques de la Révolution Française, il fascino dei protagonisti, la narrazione di Michelet.
La durata nel tempo è dovuta all’interesse per molte tematiche: personaggi, oggetti, paesaggio, architetture, animali, racconti, apparati celebrativi, costumi – come per fare un film […].
Nel 1989 la mostra è stata successivamente presentata, insieme alle opere di altri artisti sullo stesso argomento, al Palazzo del Parlamento europeo di Strasburgo e nel 1990 come personale all’Istituto culturale italiano di Lione. Nello stesso anno ho esposto una scelta di quadri sul Giacobinismo italiano anche al Teatro civico di Tortona (con presentazione di Franco Della Peruta).
Il giuramento della pallacorda. 20 giugno 1789. Vento e pioggia nello stanzone per il “jeu de paume” dei cortigiani, finestre alte con sventolio di tende. Soffitto-cielo, nuvole trascorrenti.
Grande paura e germinazione. Il grande cadavere e la paura, il trionfo di Voltaire, il luogo doveva essere il simbolo del territorio francese. Nascosto in esso un grande corpo in germinazione, grande madre che concima la terra.
Nell’ombra paura non ancora dissolta.
Festa dell’Essere Supremo. Robespierre appicca il fuoco alle statue combustibili preparate da David: l’Ateismo, l’Egoismo, il Nulla, il Delitto, il Vizio. Sotto queste appaiono altre statue: ne esce affumicata la Saggezza.
L’albero della libertà. Sarà antropomorfico, l’uomo lo vestirà e svestirà. Potato, innestato, spostato dal suo luogo originale, snaturato, schizofrenico. Contagiato dalle malattie umane. Alienato dalla produzione e dallo sfruttamento.
(Da Piero Leddi, Dipinti e disegni, Charta, Milano, 1994)
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